Escolca é un piccolo centro del Sarcidano, di circa 600 abitanti, situato nel Sud Sardegna, ai piedi del tacco basaltico della giara di Serri.
L’origine del paese pare assai remota, non si conosce con certezza etimologia del nome, ma dal ritrovamento di monete, di tombe e dalla denominazione di alcune zone quali Genn’ Janu (porta di Giano), Genna e Marta (porta di Marte) e Genna Ercu (porta di Ercole) si paventa l’ipotesi che Escolca derivi da EX COLEA. Le scolche, di origine bizantina, erano punti o centri dove le milizie difendevano gli interessi dello Stato. Fu l’imperatore Giustiniano che fortificando Forum Traiani (Fordongianus) creo questi centri difensivi contro i barbari. Nel Sarcidano uno di questi centri era Escolca. Si ritiene. inoltre, che probabilmente la dominazione spagnola influì ulteriormente sulla parola “SCOLCA” aggiungendo una “E” da cui ESCOLCA. Il contesto socio-economico è basato sull’agricoltura ( cereali, olivicoltura e viticoltura) e sulla pastorizia (allevamento оvino); con una demografia in continuo decremento a causa della scarsezza delle nascite e della emigrazione e con una situazione occupativa molto preoccupante, specie per quanto riguarda il settore giovanile. Il suo territorio di 1472 ettari, l’altimetria varia tra la quota di 320 e 600 metri sul livello del mare, rispecchia in parte quella del Sarcidano ed in parte quello della vicina Trexenta sia per quanto riguarda il clima che per quanto riguarda gli aspetti geo-pedologici. I terreni sono, infatti, situati prevalentemente in zone collinose ed in zone pianeggianti. Fanno parte del territorio comunale oltre 85 ettari di bosco in agro di Villanovatulo, a circa 40 km dal centro abitato. All’interno dell’abitato e presente la chiesa parrocchiale, intitolata alla Vergine e Martire Santa Cecilia, di cui non si conosce con certezza la data di edificazione, ma e sicuramente molto antica, posto che nel 1583 la chiesa é stata accresciuta, come risulta da una scrittura sul pavimento. Altra chiesa all’interno dell’abitato è quella di Sant’ Antonio che si crede costruita nell’anno 1613. A circa 500 metri a nord dell’abitato si ha la Chiesa di Nostra Signora delle Grazie, detta anche S.
Maria de Bingias, eretta nel 1583 (come risulta da una campana con la scritta “S.Maria de bineas della villa de Escroca”). Un tempo nei pressi vi era un convento dei padri Trinitari, cosi come risulta dai ruderi e dalle fondamenta murarie ancora esistenti. Tale ordine é stato soppresso con carta reale del 14.12.1767.
Al comune appartiene anche la frazione agricola di San Simone, un fertilissimo territorio di circa 500 ettari, staccato dal resto del comune e distante circa 10 km dal centro abitato. In essa da secoli esiste un piccolo borgo costituito da “lollas” di modeste dimensioni con al centro una chiesa dedicata al Santo, che da il nome alla zona.
II villaggio di San Simone fino all’avvento dei mezzi di trasporto aveva la funzione di ospitare, per vari periodi dell’anno, gli agricoltori ed i pastori che si recavano nella zona per il lavori e che а causa della lontananza dal paese, non potevano quotidianamente rientrare alle proprie abitazioni paesane. Solo una volta all’anno, durante la Pentecoste, il borgo di San Simone si rianima per accogliere la Festa.
Il villaggio, infine, riveste una notevole importanza dal punto di vista storico-ambientale perché in esso si possono riscontrare le caratteristiche dell’ antico villaggio rurale sardo scomparso.