Tipica casa campidanese con “sa Lolla” (richiama l’antico portico romano) dove si aprono tutte le stanze della casa. A destra vicino al pozzo un tempo c’era sa mola, la macina del grano in pietra tirata dall’asineIlo. Sul retro invece c’era la cantina e al piano di sopra c’era ‘Su Staulu” cioè il granaio dove si conservavano il grano e tutte le altre provviste.
Sul davanti della casa c’erano il locale con il forno e sulla sinistra albergavano i buoi. Appresso veniva il fienile dove venivano custoditi biada e fieno per nutrire gli animali. Nei locali sottostanti albergavano i cavalli, le mucche e vacche. Sul davanti c’era un piccolo orto e una pianta di limone.
In origine secondo le ricerche di un eminente studioso, c’era un unico agglomerato di case con una lolla unica a mò di portico romano quindi si presume fosse un convento, il quale dipendeva dalla chiesa di S. Cecilia (1200- 1300) che sorge su un nuraghe.
Nell’800 quando il convento divenne un agglomerato di abitazioni, questa casa fu venduta alla famiglia Seu dalla Parrocchia di Gergei forse per un accordo tra le due chiese. La casa a fianco fu adibita non solo ad abitazione ma anche come bottega del maniscalco del paese. Di essa rimane solo un antico mantice inglese del 900. Questo rione si chiama Cucchesì perché cuccu significa cocuzzolo (chiesa sopra il nuraghe) “De sì” perché il parroco si chiamava Su Canonicu DESSI’.
La stele (unica rimasta poiché l’altra è stata trafugata durante i lavori di ristrutturazione) testimonia la presenza dei Templari nella zona di Escolca. lnfatti, sembra che il nome stesso di Escolca derivi dai Templari in quanto la scorta armata dei soldati templari (si sa che i templari erano soldati armati che difendevano dai predoni i pellegrini che si recavano in pellegrinaggio in Terra Santa), che veniva utilizzata per accompagnare grandi personalità si chiamasse SCOLTA da qui il nome ESCOLCA.
Nella stele sono raffigurati alcuni dei simboli appartenuti all’ordine dei templari ovvero la Stella a 5 punte, l’Arcangelo Michele loro protettore, i nove quadratini lavorati che rappresentano i 9 monaci che fondarono l’Ordine a Gerusalemme, la fune a tortiglione che rappresenta il lavoro per tirare sù i materiali di costruzione, la croce a coda di rondine che tutti conosciamo e che alberga in tante chiese.
La casa è composta da due corpi adibiti a funzioni differenti. All’interno non sono presenti allestimenti originali ma la ristrutturazione ha permesso di recuperare tutte le sale rimanendo fedele allo stato originario. Nel primo corpo, e più grande, troviamo 5 sale al piano terra e un ballattoio interamente in legno. Il piano terra è dedicato alle mostre temporanee ma si possono ossevare anche angoli legati alla vita tradizionale come la piccola stanza con camino e un antico tavolo da falegname presente nella stanza più grande.
Il ballatoio è uno spazio molto suggestivo che può ospitare mostre dentro una cornice originale.
Il secondo corpo è formato da una sala (più i servizi) adibita a laboratorio didattico.
La corte ha mantenuto l’impianto originario e nella parte bassa è stata realizzata una terrazza che si affaccia a un meraviglioso panorama della campagna Escolchese.
Tipica casa campidanese con “sa Lolla” (richiama l’antico portico romano) dove si aprono tutte le stanze della casa. A destra vicino al pozzo un tempo c’era sa mola, la macina del grano in pietra tirata dall’asineIlo. Sul retro invece c’era la cantina e al piano di sopra c’era ‘Su Staulu” cioè il granaio dove si conservavano il grano e tutte le altre provviste.
Sul davanti della casa c’erano il locale con il forno e sulla sinistra albergavano i buoi. Appresso veniva il fienile dove venivano custoditi biada e fieno per nutrire gli animali. Nei locali sottostanti albergavano i cavalli, le mucche e vacche. Sul davanti c’era un piccolo orto e una pianta di limone.
In origine secondo le ricerche di un eminente studioso, c’era un unico agglomerato di case con una lolla unica a mò di portico romano quindi si presume fosse un convento, il quale dipendeva dalla chiesa di S. Cecilia (1200- 1300) che sorge su un nuraghe.
Nell’800 quando il convento divenne un agglomerato di abitazioni, questa casa fu venduta alla famiglia Seu dalla Parrocchia di Gergei forse per un accordo tra le due chiese. La casa a fianco fu adibita non solo ad abitazione ma anche come bottega del maniscalco del paese. Di essa rimane solo un antico mantice inglese del 900. Questo rione si chiama Cucchesì perché cuccu significa cocuzzolo (chiesa sopra il nuraghe) “De sì” perché il parroco si chiamava Su Canonicu DESSI’.
La stele (unica rimasta poiché l’altra è tata trafugata durante i lavori di ristrutturazione) testimonia la presenza dei Templari nella zona di Escolca. lnfatti, sembra che il nome stesso di Escolca derivi dai Templari in quanto la scorta armata dei soldati templari (si sa che i templari erano soldati armati che difendevano dai predoni i pellegrini che si recavano in pellegrinaggio in Terra Santa), che veniva utilizzata per accompagnare grandi personalità si chiamasse SCOLTA da qui il nome ESCOLCA.
Nella stele sono raffigurati alcuni dei simboli appartenuti all’ordine dei templari ovvero la Stella a 5 punte, l’Arcangelo Michele loro protettore, i nove quadratini lavorati che rappresentano i 9 monaci che fondarono l’Ordine a Gerusalemme, la fune a tortiglione che rappresenta il lavoro per tirare sù, i materiali di costruzione, la croce a coda di rondine che tutti conosciamo e che alberga in tante chiese.
La casa è composta da due corpi adibiti a funzioni differenti. All’interno non sono presenti allestimenti originali ma la ristrutturazione ha permesso di recuperare tutte le sale rimanendo fedele allo stato originario. Nel primo corpo, e più grande, troviamo 5 sale al piano terra e un ballatoio interamente in legno. Il piano terra è dedicato alle mostre temporanee ma si possono osservare anche angoli legati alla vita tradizionale come la piccola stanza con camino e un antico tavolo da falegname presente nella stanza più grande.
Il ballatoio è uno spazio molto suggestivo che può ospitare mostre dentro una cornice originale.
Il secondo corpo è formato da una sala (più i servizi) adibita a laboratorio didattico.
La corte ha mantenuto l’impianto originario e nella parte bassa è stata realizzata una terrazza che si affaccia a un meraviglioso panorama della campagna Escolchese.
Tipica casa campidanese con “sa Lolla” (richiama l’antico portico romano) dove si aprono tutte le stanze della casa. A destra vicino al pozzo un tempo c’era sa mola, la macina del grano in pietra tirata dall’asineIlo. Sul retro invece c’era la cantina e al piano di sopra c’era ‘Su Staulu” cioè il granaio dove si conservavano il grano e tutte le altre provviste.
Sul davanti della casa c’erano il locale con il forno e sulla sinistra albergavano i buoi. Appresso veniva il fienile dove venivano custoditi biada e fieno per nutrire gli animali. Nei locali sottostanti albergavano i cavalli, le mucche e vacche. Sul davanti c’era un piccolo orto e una pianta di limone.
In origine secondo le ricerche di un eminente studioso, c’era un unico agglomerato di case con una lolla unica a mò di portico romano quindi si presume fosse un convento, il quale dipendeva dalla chiesa di S. Cecilia (1200- 1300) che sorge su un nuraghe.
Nell’800 quando il convento divenne un agglomerato di abitazioni, questa casa fu venduta alla famiglia Seu dalla Parrocchia di Gergei forse per un accordo tra le due chiese. La casa a fianco fu adibita non solo ad abitazione ma anche come bottega del maniscalco del paese. Di essa rimane solo un antico mantice inglese del 900. Questo rione si chiama Cucchesì perché cuccu significa cocuzzolo (chiesa sopra il nuraghe) “De sì” perché il parroco si chiamava Su Canonicu DESSI’.
La stele (unica rimasta poiché l’altra è tata trafugata durante i lavori di ristrutturazione) testimonia la presenza dei Templari nella zona di Escolca. lnfatti, sembra che il nome stesso di Escolca derivi dai Templari in quanto la scorta armata dei soldati templari (si sa che i templari erano soldati armati che difendevano dai predoni i pellegrini che si recavano in pellegrinaggio in Terra Santa), che veniva utilizzata per accompagnare grandi personalità si chiamasse SCOLTA da qui il nome ESCOLCA.
Nella stele sono raffigurati alcuni dei simboli appartenuti all’ordine dei templari ovvero la Stella a 5 punte, l’Arcangelo Michele loro protettore, i nove quadratini lavorati che rappresentano i 9 monaci che fondarono l’Ordine a Gerusalemme, la fune a tortiglione che rappresenta il lavoro per tirare sù, i materiali di costruzione, la croce a coda di rondine che tutti conosciamo e che alberga in tante chiese.
La casa è composta da due corpi adibiti a funzioni differenti. All’interno non sono presenti allestimenti originali ma la ristrutturazione ha permesso di recuperare tutte le sale rimanendo fedele allo stato originario. Nel primo corpo, e più grande, troviamo 5 sale al piano terra e un ballatoio interamente in legno. Il piano terra è dedicato alle mostre temporanee ma si possono osservare anche angoli legati alla vita tradizionale come la piccola stanza con camino e un antico tavolo da falegname presente nella stanza più grande.
Il ballatoio è uno spazio molto suggestivo che può ospitare mostre dentro una cornice originale.
Il secondo corpo è formato da una sala (più i servizi) adibita a laboratorio didattico.
La corte ha mantenuto l’impianto originario e nella parte bassa è stata realizzata una terrazza che si affaccia a un meraviglioso panorama della campagna Escolchese.